25 Aprile 2023 “Voi che ne avete la possibilità, cercate d’apprezzare ogni goccia della vostra libertà perché come l’ossigeno, è diventato un bene da salvaguardare.”

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25 Aprile 2023,

Anno quinto,

Oramai consuetudinario…

Si tratta di una ricorrenza importante per la Nazione, vitale per me…

Convinto più che mai, che alla prossima presenzierò.

Quest’anno ho un approccio anomalo, una mia proiezione sul concetto di libertà, senza rivendicazioni pesonali, senza riferimenti alla mia privazione… Una mia non-preteziosa riflessione su quanto il concetto di superuomo, sia abitualmente ed incorrettamente, mascolinizzato…

A parer mio, se esiste un super nella nostra atmosfera, è indubbiamente femminile…

Così come lo è il nominativo Libertà.

L’umanità è sempre più polarizzata: sulla spada di Damocle della Singolarità: quell’ipotetica condizione temporale, predetta da non pochi scienziati e filosofi, dove l’intelligenza artificiale raggiungerà un’equivalenza con la mente umana, per poi prevalere fagocitandola..

Qui subentra il soggetto del giorno, perchè in quell’istante, ipoteticamente, la razza umana perderà la propria libertà… Diventerà schiava, là dove il computer diverrà padrone.

Arroccati nell’arroganza indotta dal potere, il superuomo, (termine che uso con cognizione di causa, ed a capo chino, avendolo metabolizzato nel mio passato da uomo libero) a distanza di oltre due decadi, l’uomo super intelligente, tendenzialmente emula Hal nella sua odissea spaziale… Dove il nostro pianeta sostituisce il cosmo.

Subentra scontata, la convinzione di poter programmare e controllare ogni situazione, col potere della nostra mente, ricca d’esperienza e conoscenza accumulata nei secoli.

Come un gatto che si morde la coda, Ia più grande minaccia alla libertà per la razza umana, è l’umanità stessa. Notiamo la pagliuzza, ci sfugge l’elefante (parola che per me ha un significato superiore alle dimensioni del pachiderma…).

Dimentichiamo o vogliamo dimenticare quanto l’atto più complesso in assoluto, sia superdonna, non superuomo, nè tantomeno superartificiale.

Un processo basato sulla memoria atavica ed indipendente del corpo umano, privo di pensiero e controllo: il parto! L’Intelligenza Artificiale non avrà mai la capacità di ricreare un operazione così immensamente perfetta.

Né Einstein, né Tesla hanno avuto l’audacia di dichiarare “…costruiamo un corpo umano, oggi facciamo i polmoni, domani le reni, poi il cervello, il cuore, etc…” Io amo la scienza, tanto quanto amo fantasticare.

Ho vissuto e vivo cibandomi di sogni e di imprese dai più considerate impossibili, forte di queste mie prerogative vi dico di non temere il sopravvento dell’intelligenza artificiale, né l’inevitabile conseguente perdita della nostra libertà…

Per quanto evoluta, l’Intelligenza Artificiale rimarrà sprovvista di emozioni, sentimenti ed utero, la singolarità quindi rimane improspettabile, più che meramente utopistica.. Se, malauguratamente e contrariamente alla mia chiaroveggenza, questo cataclisma dovesse accadere, l’umanità capitolerà solo ed unicamente, confrontandosi con un essere artificialmente intelligente e donna!

Voi che ne avete la possibilità, cercate d’apprezzare ogni goccia della vostra libertà perché come l’ossigeno, è diventato un bene da salvaguardare.

Chico